google-site-verification=wjjD1oS-xfJ-3gpG84GohGJ9NaPvNald6x8JXMh-mNI

Trapani invittissima di Salvatore Accardi

Cerca

Vai ai contenuti

GINO LIPARI

AUTORI


Trapani succintamente descritto da Leonardo Orlandini
trascrizione del libro a cura di Gino Lipari.

I dannati delle Isole di Gino Lipari



Le isole di Pantelleria, Lampedusa, e le Egadi diventarono così luoghi tristemente famosi. Assai temute furono le carceri dei castelli di Favignana e Marettimo dove i Borboni riutilizzarono quelle antiche fosse e segrete che in passato furono usate dal Sant'Uffizio. Erano strutture antiche e fatiscenti. Quelle delle isole Egadi risalivano al XVI secolo. Erano i castelli costruiti per disposizione del vicerè di Sicilia Don Ferrante d’Avalos, marchese di Pescara. I locali vennero edificati e riattati successivamente con il lavoro, a basso costo, dei forzati dell’Inqusizione. Le fosse e le segrete erano cavate nel vivo della roccia e con il materiale di risulta si realizzavano le stanze e le cinte murarie di queste fortezze chiamate in seguito di Santa Caterina e San Giacomo (in Favignana) e di Punta Troia (in Marettimo).

… Ergastolo orribile, e senza eguali in Europa era stata definita dal Pepe per le sofferenze patite nella fossa del Marettimo da dove gli venne facile anagrammare in dialetto siciliano il nome di Marettimo (in antico Maretimo) in Morte mia. Carcere assai più duro dello Spielberg austriaco tanto che chiunque usciva da quella orrenda fossa, malediva per sempre quell’isola. …

Nel registro degli atti di morte del comune di Favignana del 1846, un altro sacerdote, Giuseppe Samperi fu Gaetano, di 56 anni di Mazzarino, che scontava la condanna nel castello di Santa Caterina di Favignana, sulla dichiarazione resa dai militari del forte allegata agli atti dello Stato Civile, si legge: morto al di fuori del forte di Santa Caterina, alle ore 4 di mattina il giorno 31 marzo. Forse questo religioso moriva in un tentativo di fuga, anche perché alle quattro del mattino che poteva fare un detenuto fuori del castello? [Diversamente, secondo un elenco dell’ora cosiddetta “italica” di quel tempo, le ore quattro del mattino corrisposero alle ore 22,45 di notte – n.d.r. S. Accardi]. Ma questa rimane soltanto un’ipotesi dal momento in cui nell’atto non veniva citata la causa della morte.

Home Page | Editoriali recenti | Scritture notarili 1 | Scritture notarili 2 | Altre scritture 1 | Altre scritture 2 | AUTORI | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu
google-site-verification=wjjD1oS-xfJ-3gpG84GohGJ9NaPvNald6x8JXMh-mNI