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Trapani invittissima di Salvatore Accardi

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Altre scritture 1

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38 dipinti di casa Riccio Morana
La quadreria del barone Alberto Riccio Morana venduta a Maria Siino di Palermo per totale di 300 onze siciliane.

1733 il millennio della Madonna
Relazione sulla celebrazione del millennio del simulacro della Madonna dell'Annunziata, con feste e processione dei personaggi e del carro figurativo.

1766 Immacolata Concezione quadro di Rosario Matera
il dipinto di Rosario Matera dell'Immacolata Concezione con Sant'Ignazio Loyola, San Francesco Saverio e San Giovanni evangelista per la chiesa madre di Pietretagliate.

1828 gli orefici disertano la processione dei Misteri
la rivolta del ceto degli orefici e il rifiuto di partecipare alla processione dei Misteri di Trapani.

1838 sulla corsa dei cavalli berberi
sulla manifestazione della corsa dei cavalli berberi e sul mancato pagamento all'organizzatore.

A proposito di Felice Serisso
Disamina del dott. Rosario Salone sulla genesi di Felice Serisso.

Alberto Borduela
sulla figura dell'aromatario Alberto Borduela, rettore e curatore della processione dei Misteri di Trapani.

Andrea Garibaldi
sulla patente di console di mare conseguita nel 1630 dal genovese Andrea Garibaldi.

Annose e ripetitive questioni
su vertenze e questioni sorte tra l'arciprete di San Pietro e il ciandro di San Lorenzo; elenco delle chiese e monasteri di Trapani nel 1812.

Antonino Lignarolo
biografia sul corallaio Antonino Lignarolo e suo testamento del 1758.

Arcano suono delle campane a lutto
sullo screzio sorto tra Baldassare Reggio, arciprete della chiesa di San Pietro e i parroci della chiesa di San Lorenzo e di San Nicola.

Baldassare Reggio e Giovanni Biagio Amico
litigi, preminenze e madricità delle chiese trapanesi.

Bellini e Rossini
sulla lettera autografa di Gioacchino Rossini che denuncia l'impresario del defunto compositore e musicista Vincenzo Bellini.

Bello e biondo di aspetto
aneddoti e note biografiche su Giovanni Battista Fardella, ministro di guerra di S.M. Ferdinando II Borbone.

Benigno da Santa Caterina biografia
accenni biografici su Vito Catalano, alias Benigno da Santa Caterina.

Benigno da Santa Caterina e Fra Santo
ristretta biografia del frate agostiniano scalzo sul confrate Fra Santo di San Domenico.

Benigno da Santa Caterina note
note biografiche su Benigno da Santa Caterina.

Canzon scuoti le piume e muti il volo
delle allusioni imprese ed emblemi di Principio Fabrizi di Teramo.

Capitoli matrimoniali del notaio Angelo Maria Malato

Clausole notarili su contratti di donazione e di affidamento; capitolo matrimoniale del notaio Angelo Maria Malato.

L'altra cappella dei naviganti della Marina Grande
Nel 1803 il capitano Vito Gaetano amplia e decora la cappella di Porta Madonna; scrittura notarile di “travolgente espressione” e manifestazione d'affidamento e di fiducia da parte della marineria trapanese.

Chiesa di San Pietro
descrizione e storia della chiesa fondata nel 1076 da Ruggero I di Sicilia.

Chiesa e convento della Santissima Nunziata

Relazione di Benigno da Santa Caterina sull'antica chiesa e monastero dell'Annunziata di Trapani.

Claude La Moral
sul bando del 1671 sulle torri e fortificazioni delle “piazze d'armi”.

Compendio di un ventennio d'eventi e accadimenti trapanesi nell'Ottocento
La nostra disamina cronologia di eventi e vicende avvenute a Trapani nel corso del primo ventennio dell'Ottocento estratta da scritture notarili e documenti originali.

Compendio di Trapani antica di Gaetano Moroni
28 pagine del compendio su Trapani antica dello storico Gaetano Moroni (1802-1883) autore del “Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica”.

Sulla confraternita di Santa Maria La Porta
1616, succinta cronistoria della Confraternita di Santa Maria La Porta e della Nuova Luce.

Il capitolo della Congregazione di San Gioacchino, Maria e Sant'Anna
1779, transunto della Congregazione di San Gioacchino, Maria e Sant'Anna per accedere nel luogo assegnato del convento di Sant'Anna in Trapani.

Conte di Trapani
Il 13 agosto 1827, Maria Isabella di Spagna partoriva il tredicesimo suo ultimo rampollo: Francesco di Paola Luigi Emanuele.

Contesa defunti tra i Bianchi e i Rossi

Il marchese Giovanni Fogliani dispose che l’associare il cadavere in chiesa avvenisse con la presenza del sacerdote della parrocchia frequentata in vita dal defunto, oppure, con la partecipazione di sacerdoti di un solo convento.

Brevi note sull'arte trapanese del corallo di Lina Novara
Esaminando la storia del corallo trapanese dall’angolazione storico artistica, si evince che il momento di massimo splendore fu l’affermarsi nei secoli XVII e XVIII di un’arte con il corallo, un’arte complessa, ricca di relazioni tra artigiani, scultori, fonditori, orafi e argentieri, architetti e ricamatori, i quali a secondo la specificità del loro lavoro, lo utilizzarono per la creazione di straordinari manufatti, molto apprezzati dai collezionisti sia in Italia che all’estero e che diedero fama alla città.

La corona d'oro di fra Matteo Bavera del 1613
Il 24 gennaio 1613, mastro Matheus Bavera aurifex, per conto di Caterina Gandolfo Vincenzo, monaca terziaria dell’ordine di Santa Maria dell’Annunziata, s’impegnava a realizzare, bene e in modo diligente, una corona d’oro per il capo della “Gloriosissima Vergine Madre Maria Annunziata extra moenia”.

Sevizie e bastonate
Giuseppa aveva sposato l’orefice Silvestro Caltagirone, al quale aveva apportato la dote di 500 onze. Forse per ristrette condizioni finanziarie o per altri motivi, la giovane andò a vivere con il marito nell’abitazione della suocera insieme alla cognata.


il digiuno e la processione di Sant'Alberto


Quell'anno la peste contagiò nuovamente i trapanesi che invocarono la protezione di Sant'Alberto degli Abati loro patrono. Regredendo il contagio, l'amministrazione cittadina gratificava l'intercessione tributando 40 onze annuali per trasformare in dammuso la cappella dell'ex cella di Sant'Alberto nella chiesa dell'Annunziata. In merito, disposero la processione annuale della statua argentata con la reliquia del cranio del Santo, forse istituita per la prima volta il sette agosto 1624 (conforme si farà hoggi), proclamando in suo onore il digiuno.


sulla statua di Sant'Alberto della Marinella

la statua di Sant'Alberto della Marinella si trova nell'omonima chiesa dell'omonimo rione di Trapani. Nel corso dei secoli è stata rimaneggiata e restaurata, come ci risulta in una scrittura notarile del 1813. E' stata costruita dal ceto dei pescatori detto della "Marina piccola" e posta nell'altare della scomparsa chiesa della "Madonna delle Grazie" nella strada delli Biscottara. In questa stradina tuttore resiste alle ingiurie del tempo e alla vista di cattedratici trapanesi la cosidetta "mano del miracolo" del Santo compiuto nel lontano 1626, come ha testimoniato Benigno da Santa Caterina nel suo manoscritto dedicato alla storia di Trapani.



I confrati di San Giovanni accolgono i congregati di San Giacomo nella loro chiesa
Vi sono due ospitali. Evvi il Monte della Pietà. Sono dicesette tra compagnie e confratrie, diverse delle quali esercitano una particolare opera di carità, chi servendo agli ospitali, chi elemosinando per l’orfane, chi per i carcerati, chi per i poveri della città, chi a sepelir i miserabili, e chi altre bone cose facendo.

Ignazio Maria Polizzi, primo maestro della scuola dei naviganti di Trapani
Sul finire del XVIII secolo, la marineria “grande”, formata da armatori e capitani, auspicò la costituzione di una scuola adeguata all'insegnamento della nautica, la cui istituzione fu autorizzata il 13 ottobre 1813.

Diplomi di Nicolò Di Gregorio
Nella scrittura, oltre diversi attestati di benemerito e d’encomio al prelato Nicolò de Gregorio, s’inclusero le dichiarazioni dei reggenti e dei cancellieri della Compagnia dei Bianchi e dell’Accademia della Civetta di Trapani, dell’Accademia Caltagironese de’ Calatini di Caltagirone e dell’Accademia Palermitana detta del Buon Gusto di Palermo.

Il medico “prattico” Don Domenico Nolfo
L’anasarca aveva avvolto irrimediabilmente il corpo della sfortunata Rosolia, moglie di Diego Messina. A nulla valsero i medicamenti e le cure propinate dal dottor fisico e professore sacerdote Domenico Nolfo e dal collega, pur egli sacerdote, Antonino Ferreri.

Domenico Nolfo servo di Dio

biografia del medico trapanese a cura di Benigno da Santa Caterina

Appunto sull'epigrafe della torre di Ligné
La seicentesca torre d’avvistamento, chiamata dai trapanesi “
Turrignì”.La costruzione del baluardo risale, a detta del parroco Giuseppe Fardella e dello scrittore Salvatore Romano al 1671.

Ferdinando e Maria dei Borboni di Napoli

Non mancarono le dovute nettezze nella toilette di Ferdinando e di Maria con puliziare il rame della ballerina e del bidè. I sovrani albergarono per due giorni nel palazzo di don Antonino Venuti, consigliere della suprema corte consultiva.

La giovane vittima del terremoto di Catania del 1693
Un violento terremoto distrusse Catania durante il governatorato del vicerè Giovan Francesco Pacheco, duca d’Uzeda. Il 9 gennaio 1693, la terra dell’intera Valle tremò alle quattro di notte (
quatro horas de noche) e l’undici dello stesso mese, alle ore venti (â 20 horas).

Per la formazione di un esatto inventario per quanto l'è caro il nome Siciliano
L’avviso riportava integralmente quanto disposto dal ministro Nicola Santangelo, che caldeggiava la conservazione e l’inventario delle opere artistiche presenti nei luoghi pubblici e nelle chiese, l’elenco di antichi monumenti con particolareggiata descrizione, e nel contempo, vietava a chiunque non fosse autorizzato a fare copia dei medesimi.

I Garibaldi di Trapani

Il dott. Rosario Salone redige la genealogia dei Garibaldi di Trapani.


Francesco Cutrona pittore
Dal testamento pubblicato dal notaio Nicolò Barabbino il 20 luglio 1829 apprendiamo che vissero tre pittori trapanesi con lo stesso nome e cognome. Il padre Francesco Cutrona senior marito di Aloisia Petralia. Il figlio Francesco Cutrona junior sposo di Sebastiana Maltese. Il nipote Francesco Cutrona consorte di Maria Pace.

Il trapanese arcivescovo di Reims alla corte di Luigi XIV
Il cardinale Mazarino presentò Francesco Del Monaco alla regina Maria d’Austria allora reggente. La fama di Francesco, ed i rapporti col cardinale, lo fecero accogliere da quella sovrana, onore del sesso, e del trono, coi più rimarcati segni di stima.

Francesco Matera e il quadro di San Donato
Nel 1802, la maestranza dei fornai, detti pistori, incaricava il medesimo artista trapanese a dipingere un quadro con “San Donato Vescovo”. Quest’opera è attribuita da alcuni critici a Rosario Matera, fratello di Francesco e germano del notaio Ignazio, sebbene anche Benigno da Santa Caterina, nel suo manoscritto, manifesta la paternità di Francesco.

Garibaldi invitto condottiero
… con affetto, gratitudine e in onore del massone dittatore Giuseppe Garibaldi, trasmutarono l’originale designazione del teatro ferdinandeo in “Teatro Garibaldi” e gli conferivano la cittadinanza di Trapani.


Encomi ed elogi a Giuseppe Garibaldi dittatore di Sicilia

… accolsero in città il prode eroe liberatore della Sicilia. Da notare che nel documento si parla di insorgimento del popolo siciliano, parola poi tramutata in risorgimento delle masse oppresse e sudiste.

Il nostro caro concittadino Giuseppe Garibaldi

Il notaio Gaspare Patrico fu tra i primi ad accogliere il prode combattente Giuseppe Garibaldi, il liberatore e beneamato dall’avvocato e patriota Francesco Crispi.

Biografia di Gaspare Patrico da “L'Imparziale”
… il giornale fu chiuso mesi dopo la presentazione della biografia di un personaggio, che manifestò, con la forza di chi si fa temere, il proprio risentimento della diffamazione del suo nome.

Giuseppe Cascio Cortese professore di medicina e medico chirurgo
Un personaggio così illustre non poteva non far parte della massoneria di rito scozzese, ovvero del Grande Oriente d’Italia, con altri decaduti patrizi e arrampanti borghesi. Nel 1865, il “venerabile” Giuseppe Cascio Cortese copriva la carica di presidente della Loggia Minerva di Trapani e della loggia Garibaldi all’Oriente di Mazara del Vallo.

Giuseppe Milanti, scultore
Giuseppe avea per massima
chi và dietro agli altri non passa mai d’innanzi. Questa giustissima idea non gli faceva risparmiare fatica alcuna, né lo faceva sconfidare nelle più ardue difficoltà.

Giuseppe Osorio, ottimo diplomatico
La sua fama s’era sparsa la fama al di là del faro, nell’ugual maniera di quella di Leonardo Ximenes, sommo idraulico. Tra i varj Cavalieri Siciliani, si distinse moltissimo Don Giuseppe Osorio Alcàron.

La donazione di Giuseppe Osorio al nipote Stanislao Maria Clavica
...
Illustrissimo, Eccellentissimo Cavaliere del Supremo Ordine di Nostra Signora dell’Annunciata, in passato Ministro e Primo Segretario di Sua Maestà il Re di Sardegna per gli Affari Interni, Gran Cavaliere Consiliario, Commendatore e Consiliatore della Sacra Religione di San Maurizio e Lazzaro, figlio legittimo e naturale del quondam Don Aloisio Ossorio y Alarcon e della quondam Caterina Clavica e Crapanzano.

Quel tale Giuseppe Parisi
La supplica di Giuseppe Parisi non sortiva l’effetto dal medesimo desiderato, poiché già era definita la scelta e la nomina dell’orafo che avrebbe realizzato il vaso d’argento.

I giustiziati del 1673 su mandato di Claude La Moral principe di Ligné
La sfrontatezza d’alcuni gagliardi trapanesi che lo sfidarono. I salienti e decisivi passaggi delle azioni della rivoltata maestranza e le contromosse adottate dal principe si evincono nelle annotazioni cronologiche delle lettere trascritte dallo scrivano del senato trapanese.


il pitaffio su Sant'Alberto


Nel funesto 1624, quando la peste dilagava nella nostra città, l'amministrazione cittadina (giurati, sindaco e prefetto), deliberava la contribuzione di 40 onze annuali spendibili fino alla completa realizzazione della cappella del Santo nella chiesa dell'Annunziata



La cappella dei Barbieri nella chiesa di Santo Spirito

Oltre cento anni prima, il ceto dei Barbieri ottenne la concessione di una cappella patronizzata nella chiesa di Santo Spirito dal sacerdote Blandano Amodeo e da Tommaso Abrignano giusto un legato testamentario del 1523. Come in altre scritture, anche in questa, il notaio descrive l'indigenza manifestata dai mastri barbieri a adempiere gli esercizi spirituali in luogo sacro e la proposizione di professarli nella cappella di Santo Spirito, dove seppellire i mastri defunti.

1624- 1625 i miracoli e le processioni dei Santi

Dal 7 agosto 1624 si porta in processione la statua di Sant'Alberto degli Abati in memoria del miracolo compiuto dal santo per aver liberato Trapani dal contagio della peste. Quell'anno i giurati confermarono il voto solenne fatto con giuramento nell'atto notarile di Pietro Cannizzaro. La delibera fu approvata da sei patrizi, dal notaio Antonio Migliorino e dal giudice Giovanni Ancona, il quale, in segno di riconoscenza propose l'acquisto di una tavola d'argento, del valore di quaranta onze, su cui far incidere l'effigie di sant'Alberto degli Abati e della Madonna di Trapani, plangia da collocarsi alla base del simulacro.

l'abbeveratoio dell'Annunciata

Il 15 aprile 1652, nel registro dei "copia lettere" del senato trapanese si annotò la missiva del duca Roderigo Mendoza y Roxas y Sandoval sulla manutenzione dovuta dai giurati trapanesi all'abbeveratoio e fontana costruiti anni prima dai padri carmelitani, nello spiazzo antistante l'ingresso della chiesa della Santissima Annunciata. Probabilmente l'attuale abbeveratoio che ammiriamo nella Via Conte Agostino Pepoli, non distante allora alla fontana nella quale i giurati decisero di apporre epitaffio e lo scudo con le armi di Trapani non è quello originario, in quanto, come mostrato nelle immagini, non si distingue l'antico simbolo della Drepani Urbis Invictissima (D.V.I.), bensì, è evidente quello della famiglia patrizia dei Sigeri Pepoli con la peculiare scacchiera, che probabilmente lo ricostruì infra ponendo il distintivo stilema della damiera di casata nei capitelli, che avvolgono i tipici archi chevron chiaramontani.

la processione della Madonna del 1858

Non impropriamente può dirsi essere la Madonna di Trapani la "Madonna della Marineria", che per secoli, ha abbellito la cappella della Vergine e l'ha condotta in processione per le vie della città.

il "lamperio" del duca Ossuna

Il vicerè incaricava don Mazziotta Sieri Pepoli, secreto della Città, a consegnare un lampiere d'argento del peso di dieci libbre e un'oncia (oltre tre chilogrammi) cesellato dall'orafo Francesco Sarmento, che v'incise la data: Palermo, 10 ottobre 1615. Era il suo personale dono alla Madonna di Trapani, che si collocava con gli altri nella Santa Cappella dell'Immacolata Vergine Maria Annunciata, per decoro della stessa, in infinito e in perpetuo ed in tale posto rimanere e non altrimenti.

tridui alla Madonna di Trapani di Fortunato Mondello

..., si fece a dire che i Trapanesi corrono al santuario, non per la divozione a Maria, ma bensì per mangiarsi in gennaro le pastinache, in luglio i cedrioli ed in settembre i poponi. Quindi volgarmente ciascuno di questi tridui ebbe il suo proprio significato, espresso con linguaggio vernacolo: lu triru di li vastunachi, di li citrola e di li miluna. Infatti, il popolo, dopo di avere resa la visita al Simulacro, se la svigna alacremente e si gusta i saporiti bocconi di una cena improvvisata. A sera tarda torna in città fra' canti, tutt'altro che religiosi.

l'elargizione per la costruzione della cappella dell'Annunziata


Il primo documento datato 1666 esamina sulla caritatevole azione di Carlo II, che tramite Marianna d'Austria, madre e tutrice, contribuiva alle spese per la costruzione della cappella dell'Annunziata, non smentendo la devozione degli Asburgo verso il simulacro della Vergine drepanitana.

Leonardo Orlandini e la Madonna di Trapani

Hora si scriverà della maggior gloria sua, del pretiosissimo tesoro, che è la bella, miracolosissima Imagine della Reina del Cielo, e della Terra, dono singolare, per cui più assai ricco et illustre è divenuto Trapani, che per addietro non fu: questa famosa Imagine è sotto nome dell'Annuntiata alla cui Santa Casa con molta devotione a gran concorso vengono ogni dì devoti peregrini di tutta Sicilia, d'Italia, di Francia, di Spagna, d'Alemagna, di Polonia, d'Ungheria, d'Armenia, di Babilonia, e d'altre parti remotissime della Cristianità a ringratiare, ad offerire, a pregare, et a sciogliere i voti per le ricevute gratie.

l'antico festino di mezz'agosto

sulla fiera di ferragosto, la corsa dei cavalli berberi, la processione delle bare delle maestranze, il rito del trasporto del simulacro della Madonna di Trapani, la calata della tila, l'apparato e altro ancora ...

le reliquie dei Martiri di San Lorenzo


Gli antichi martiri rappresentavano figure d'alta valenza riconducibili all'esaltazione dell'eroismo e del sacrificio e della fermezza contro la sofferenza e la morte. Non a caso, ad esempio, troviamo la risolutezza dei lavoratori giornalieri trapanesi detti jurnateri, che nel 1612, scelsero come loro santo protettore il mistere di "Cristo che porta la cruci in collo" realizzato da Nicolò de Renda. Quel 2 giugno 1543, il reverendo Vito de Pace e Leonardo de Forte Leone, cappellani della chiesa di San Lorenzo, ritiravano le reliquie dal canonico mazarese Francesco Vento

Che non si vada innanti la fabrica della Madonna del Calvario nel Petro Palazzo


Recentemente sfogliando il registro 83 dei "copia lettere del Senato di Trapani" (B.F.T.) rileviamo che proprio in quel posto e nel 1643, i Padri Filippini iniziarono la costruzione della fabrica della chiesa della Madonna di Monte Calvario nel Petro Palazzo notizia non riportata da alcun autore o scrittore trapanese nelle loro cronache. In effetti, quella fabbrica non andò "innanti" per come venne intimato da Palermo il tredici luglio di quell'anno con richiesta scritta da don Francesco Tamajo al Regio Tribunale del Real Patrimonio il Capitano d'Arme, il quale espose che la fabrica che pretendinofare li Padri di Sancto Nicolò Tolentino nel loro delle pietre di Petro Palazzo è dannosa notabilmente pella fortificazione, per esser vecina alle mura e che pio potria essere la Città da nemici danneggiata a prenderi la strada per andar carrozze et scaro per accostar barche, da che potria anco esser danneggiati il Convento de' Cappuccini tanto vicino.

la scoperta delle "Santuzze siciliane" nella chiesa del Collegio dei Gesuiti di Trapani

Una delle sette statue "sepolte" nei muri della chiesa del Collegio dei Gesuiti, Santa Lucia, è stata mostrata alla cittadinanza nel servizio televisivo di TeleSud3 il 23 settembre scorso. Con molta probabilità sono le statue accennate dall'esimo scomparso professore Antonio Buscaino nel suo libro "i Gesuiti di Trapani" presentato al pubblico nella conferenza del 7 luglio 2007. Non volendo aggiungere altro, lascio questo scritto come una spigolatura alla notizia messa in onda da TeleSud3, alla quale va il nostro plauso e ringraziamento per le immagini che abbiamo trasformato in foto, di esclusiva proprietà dell'ente emittente.

I taddemi di San Pietro e Sant'Andrea e la nuova cappella della Marina dei Pescatori

Nel 1765 i consoli della Marina dei Pescatori nominarono i nuovi deputati della loro chiesa sita nel quartiere del Casalicchio e designarono il tesoriere, che s'impegnò a custodire il tesoretto pro sagris servitijs et sollemnitatibus eiusdem Venerabilis Ecclesie Dive Marie Gratiarum. Su progetto di Luciano Gambina, i Pescatori decisero di abbellire la cappella di Sant'Alberto Abate e di costruirne una nuova.


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